Cliccate sul link sottostante per leggere l’articolo di Andrea Forti.
Nosler Accubond 250 Cal. 9,3X62
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Posted in Calibri, Munizioni, tagged 3x62, accubond .366, accubond 250, Accubond 9, accubond cinghiale, Alfredo Capozzi, caccia cinghiale, cartuccia cinghiale, esperienza diretta caccia cinghiale, nosler accubond on febbraio 6, 2012| 1 Comment »
Cliccate sul link sottostante per leggere l’articolo di Andrea Forti.
Nosler Accubond 250 Cal. 9,3X62
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Posted in Armi, tagged 3x62, 9, Alfredo Capozzi, argo 9, argo comfortec, argo comfortech, argo confortec, Benelli Argo, carabina battuta, carabina cinghiale, comfortec 9, confortec 9, esperienza diretta caccia cinghiale, esperienze dirette caccia cinghiale, munizioni rws, scatto benelli argo, video argo comfortech, video benelli argo, video rinculo 9, video rinculo carabina on febbraio 9, 2009| 34 Comments »
La prima impressione che trasmette quest’arma, è la “cattiveria”, ha un aspetto filante, ma con la sua livrea nera, ha un qualcosa di marziale, ed il cinghialaio non potrebbe cercare di meglio, poiché specie nelle poste del folto del bosco, quando i cinghiali giungono di gran carriera, e si sentono gli spari delle poste vicine, sembra davvero di essere in “guerra”.
Questa comfortec ha la canna da 56 cm, e la cosa potrebbe far pensare ad un’arma troppo pesante in punta, ma così non è, questa semiautomatica ha un bilanciamento perfetto, fantastico. Le dimensioni della pistola del calcio, e dell’astina, sono indovinate, e riescono davvero a far sentire i cacciatore un tutt’uno con l’arma; con tutte le regolazioni possibili, è quasi banale dire che quest’arma ce la si può fare su misura, poiché si può regolare, piega, vantaggio, e lunghezza del calcio (così come nella verisone in legno), ma vi è inoltre la possibilità di scegliere tra tre diverse altezze di guancialino.
Il sexy appeal di quest’arma sta però nella calciatura con tecnologia COMFORTECH, a chi è abitutato a smanettare con calibri vigorosi, questa calciatura apparirà di sicuro un’ancora di salvataggio. Sparando e risparando, colpi singoli o colpi ripetuti in rapida successione, si ha modo di apprezzare due cose, la poca tendenza all’impennamento, e la possibilità di gestire l’arma senza sofferenze e batticuore. Ma vi è comunque una notevole dose di rinculo che si deposita sulla spalla, in pratica chi compra quest’arma non deve credere di trovare un rinculo avvertibile come semplice spinta verso dietro, ma deve prepararsi a ricevere una vera botta secca, ma il tutto sarà così lineare che il doppiare e triplicare il colpo sarà semplicissimo. E ripeto, l’impennamento è davvero su livelli contenutissimi.
Lo scatto di questa Comfortech è preceduto da una sostanziosa precorsa a vuoto, lo sgancio sembra quasi nascosto dalla precorsa stessa, ma avviene in maniera estremamente fluida, scongiurando in maniera assoluta il rischio del colpo di dito.
Corre voce che l’Argo in 9,3×62 ha problemi di inceppamento, è per questo che durante le prove, abbiamo sottoposto l’arma a veri e propri tour de force, con un vasto e variegato assortimento di munizioni, e per l’esattezza RWS KS, RWS HMANTEL, RWS TUG, e diverse ricariche, con dosì soft e dose toste, con palle leggere, pesanti, spitzer e flat nose. MAI un inceppamento, o un riarmo affannoso.
Come ho già avuto modo di far notare nel precente articolo riguradante l’Argo 30-06, le voci di malfunzionamenti delle ARGO si sentono solo in determinati luoghi, e solo in certe armerie, ma il terreno di caccia e le prove pratiche, smascherano sempre queste sciocche e pretestuose dicerìe.
La precisione è in linea con le attese e con le concorrenti, anche in questo caso, così come nella Argo 30,06 , non ho notato i vantaggi che la tecnologia criogenica dovrebbe dare in termini di ristrezza di rosate dopo numerose serie di colpi.
Conclusioni:
la Comfortech 9,3×62 è oggi davvero la migliore soluzione per insidiare il cinghiale. E’ potente, bella, si impugna benissimo, è leggera, ed ha un rinculo/impennamento poco significativo. In attesa di nuove proposte, ad oggi non vi è un’altra semiautomatica capace di unire tante caratteristiche positive tutte insieme.
Cliccando sul video successivo, potrete vedere una filata di tre colpi, in rapida successione. Per trasparenza, ed onore di cronaca, riferisco che le munizioni utilizzate sono delle Lapua Mega 286 grani, ricaricate, con una Vo di 685 m/s.
per contattare l’autore alfredo.capozzi@hotmail.it
Posted in Calibri, tagged 3x62, 9, 9 3x62, 9e3x62, Alfredo Capozzi, esperienze dirette caccia cinghiale, miglior calibro cinghiale, stopping power on novembre 12, 2008| 228 Comments »
Dopo anni di oblìo il 9,3×62 sta tornando alla ribalta, “motorizzando” un numero via via crescente di cinghialai italiani. La domanda sorge spontanea, è una moda o è altro? Credo che non sia un moda, ma una scelta saggia e ponderata, a cui il cinghialaio arriva dopo accurate riflessioni.
Fino a qualche anno fa leggendo di calibri da cinghiali, la zuppa era sempre la stessa: il 308 è ottimo, il 30,06 è superversatile, il 300 wm è esasperato. E tutti correvamo ad acquistare la classica Browning Bar in .30-06. Purtroppo di armi rigate in giro non ce ne stavano tante, e si finiva con l’acquistare le carabine semiautomatiche leggendo qualche sterile articolo, scritto da ancor più sterili giornalisti.
Oggi di carabine in giro ce ne sono tante, ed il cinghialaio comincia a “capire” a vederci dentro. Quindi comincia a toccare con mano la poca sostanza del 308, la poca versatilità del 30,06, l’eccessiva potenza del 300 wm. C’è ancora qualche penna venatoria, il termine gironalista è per ben altre persone, che dice che con un 308 è possibile spacciare pulitamente anche un verro carpatico, ma sono pure follìe, convincimenti di un singolo che vengono puntualmente smontati dal campo di caccia.
Di cinghiali ne ho sparati molti, ed i ferimenti più amari li ho avuti con le TIG 150 grani sparati da una Bar ,30-06.
Il cinghialaio oggi cerca un calibro potente, capace di bloccare la preda anche se attinta in punti non vitali. Un cinghiale ferito è un male per tutti, è un male per i nostri cari segugi, ed è un male per la nostra coscienza di noi cacciatori.
In questo campo, e con queste esigenze il 9,3×62 è il padrone assoluto. Anche i possessori del .30-06 e del 300 wm sanno ed ammettono che il 9,3×62 “e’ un’altra cosa”, e lo affermano dopo averlo visto all’opera, dopo averlo sentito tuonare nei boschi, dopo aver constatato la statistica dei ferimenti prossimi allo zero.
Di contro molti mettono il rinculo troppo vigoroso, che penalizza chi deve doppiare il colpo, ma il cacciatore che si avvicina al 9,3×62 non è quello che ama il caricatore da 10 colpi, ma quello che vuole uccidere il cinghiale nella maniera più veloce possibile. Tornando al rinculo, dico che è un problema per certi aspetti solo teorico, e comunque non legato a tutte le armi. Se prendete una Heckler&Kock SLB 2000 Light, una Argo confortec, vedrete che il rinculo è più che gestibile, qualche problema lo danno le Bar che effettivamente saltano troppo, ma con un buon calciolo (io uso un Remington Supercell), anche le Bar diventano mansuete.
Dopo questa disquisizione sul piano generale e volta al confronto con altri calibri ed altre idee, parliamo adesso solo del 9,3×62 , delle palle da preferire e del suo comportamento sul selvatico, dei suoi segreti.
Il grande vantaggio di questo calibro è che non si deve scegliere tra leggero e veloce o lento e pensante, poiché ha la sostanza di essere pesante e veloce contemporanemante. Si è proprio così. Una 225 grani esce dalla corta canna di una semiautomatica a 800 m/s mentre una 180 grani di una 30,06 uscirà a 780 m/s. Passando a palle più pesanti tipo la 250 grani, il decremento velcoitario sarà minimo ed avremo Vo di 770 metri al secondo.
L’impatto di una palla 9,3 sul selvatico è sempre traumatico, e l’animale accuserà sempre visibilmente il colpo, è praticamente impossibile che la ferita di una 9,3×62 sia superficiale, avremo sempre ferite molto profonde ed invalidanti, con fori di uscita ampi ed accompagnati da copiose fuoriscite di sangue.
Volendo indicare e/o consigliare qualche palla:
la RWS DK 225 , ottima per chi soffre il rinculo, poiché è davvero mansueta alla spalla, ed efficace con qualsiasi angolo di tiro grazie alla struttura a doppio nucleo, si troverà al limite solo su animali oversize diciamo nell’ordine di una quintalata, poiché negli impatti troppo ravvicinati tendono a sfaldarsi.
La RWS KS 247 , ottima punto e basta. E’ la sposa ideale di questo calibro, un abbinamento capace di tirare giù qualsiasi cinghiale, fantastica nei tiri a breve come in quelli lunghi, con animali leggeri così come quelli pesanti. IMBATTIBILE.
La H-Mantel 258 , altra grande palla. Leggermente duretta per porcastri di 30/40 kg se attinti in zona addome, in tutti gli altri casi una garanzia di successo, con animale fermati sempre sul posto.
Come vedete tutto made in RWS, ma c’è da fidarsi, con queste tre palle si copre qualsiasi esigenza, compresa quella dei cinghiali carpatici cacciati in battuta. Può sorgere il problema “devastazione della preda” “overkill”, ma vi rassicuro che le ferite non sono nulla di spaventoso, e i danni saranno in molti casi meno evidenti di quelli delle 150 grani e 180 grani delle 30.06.
Dopo anni di caccia mi sento di dire che se si vuole un calibro che STOPPA il cinghiale, si deve prendere il 9,3×62 . Non vi sono controindicazioni, saremo tutti più felici, lo saranno i cani ed i canai poiché non avremo cinghiali feriti, lo saremo noi perchè ci sentiremo veri predatori, ed a dirla tutta lo saranno anche i cinghiali, poiché a nessuno piacerebbe morire con lunghe agonìe.
Vi saluto
Per contattare l’autore: alfredo.capozzi@hotmail.it
Posted in Armi, tagged 3x62, 9, Add new tag, Alfredo Capozzi, brenneke tug, caccia in battuta, cacciacinghiale, carabina cinghiale, esperienze dirette caccia cinghiale, Heckler & Kock, Heckler & Kock slb 2000 light plus calibro 9, rws tug, rws uni, tug 293 on ottobre 29, 2008| 293 Comments »
Veniamo subito all’analisi dell’impugnatura dei legni, vi è una sensazione di contrasto impugnando la pistola e l’astina, poiché la pistola del calcio è ben proporzionata e permette davvero una presa solida che trasmette sicurezza ed aiuta ad andare in punteria velocemente, viceversa l’astina , per quanto ridisegnata, è troppo larga e squadrata nella parte dove vi è la presa della mano, e potrebbe nei soggetti con mani piccole e/o normali, provocare dei veri e propri punti di fastidio al tiratore, aiutando ben poco ad avere una presa salda.
Lo scatto è davvero valido, sicuramente tra i migliori della categoria.
Il caricatore è massiccio, e vi è disponibile anche quello da dieci colpi, che funziona sempre impeccabilmente, a patto che vengano inserite non più di nove cartucce.
L’arma spara bene, precisa e molto stabile, seppur in 9,3×62 impenna molto poco, per un ulteriore miglioramento, sull’esemplare in prova dopo aver testato il calciolo originale in gomma, abbiamo applicato il calciolo Remington Supercell, ed il risultato è stato entusiasmante.
Questa carabina è stata consegnata con delle mire metalliche davvero orrende, al limite dell’inservibile, in pratica la tacca era nera e molto stretta ed il mirino ugualmente nero, considerando che pure il cinghiale è nero vi lascio immaginare… E’ comunque disponibile la versione con mire “battuta RIB” con inserti al trizio, davvero ottime, ma è bene farsele montare come mire di serie quando si acquista l’arma, poiché prendendole come componente “after market” si dovranno tirare fuori oltre 100 euro. Per chi è amante dell’ottica è disponibile la sciina Weaver, in versione originale HK oltre ad altri e svariati tipi di attacchi, capaci di soddisfare ogni gusto ed esigenza.
Volendo sintetizzare dico che la H&K SLB2000 Light Plus è un’arma non bella, ma funziona impeccabilmente, va in punteria veloce, ed è precisa, quindi “o si ama o si odia“.
per contattare l’autore : alfredo.capozzi@hotmail.it