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Posts Tagged ‘Alfredo Capozzi’

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La LEICA  irrompe sul mercato dei cannocchiali da puntamento e lo fa nel migliore modo possibile, vale a dire proponendo un prodotto che diventa il punto di riferimento per tutti gli altri costruttori.
Il Leica Magnus 1-6,3×24 è l’ottica da battuta con il maggiore campo visivo (43,2 metri), e con il maggiore range di ingrandimenti (6,3), il tutto abbinato ad un peso (570 grammi) ed un ingombro in linea con tutti gli altri cannocchiali di fascia elevata .
Dando uno sguardo al sito Esperienze Dirette di Caccia al Cinghiale potrete facilmente notare che le ottiche TOP sono state tutte testate e recensite da me, e non ho problemi, o timori di smentita ad affermare che ad oggi il Leica Magnus 1-6,3×24 è il MIGLIORE cannocchiale per la caccia in battuta al cinghiale.
La scelta dei reticoli è ampia, e per completezza inserisco il link ufficiale della Leica, personalmente ho trovato fantastico il 4A, a differenza di molti altri costruttori, la Leica propone un reticolo 4A con le linee molto sottili, ottendo un mix molto valido sia in termini di velocità di acquisione, sia di un reticolo poco coprente per i tiri più meditati.

Il sistema di illuminazione è a dir poco eccellente. Una nota di merito va data alla Leica per la scelta di posizionare la terza torretta sull’oculare e non in corrispondenza delle torrette per la regolazione di alzo e deriva,   questo permetterà una più ampia scelta del tipo di attacco,  perchè con diversi tipi di attacco monopezzo, spesso l’azione di una delle due levette di sgancio viene resa difficoltosa se non impossibile dalla vicinanza della torretta di illuminazione.
L’interruttore girevole va a gestire tre diverse modalità operative, vale a dire OFF, funzionamento diurno e funzionamento notturno, in entrambi i funzionamenti è possibile selezionare 30 diversi livelli di intensità. Basterà premere sul lato sinistro dell’intettuttore per diminuire l’intensità o sul destro per aumentarla, con una semplice pressione si modifica di un livello, mantenendo premuto la modifica sarà continua. Il reticolo ha un sistema di spegnimento automatico, che entra in azione quando l’ottica è inclinata di oltre 80° verso l’alto, oppure 65° verso il basso, quando l’ottica resta ferma per più di tre minuti, e quando viene ruotata su un lato di oltre 45°
L’impiego a caccia è favoloso, la presa di mira è veloce, mirare con questo cannocchiale è davvero facile e piacevole, e l’ampiezza del fattore zoom (6,3) permette di sfruttare l’ottica in ogni circostanza della nostra cacciata. Chi oltre ad insidiare i nostri cinghiali, fa qualche capatina all’estero, con questo Leica Magnus avrà un eccellente compagno di caccia che potrà essere utilizzato con massima soddisfazione anche nella caccia all’aspetto, ed eventualmente notturna.
In conclusione dopo aver provato già lo Swarovsky Z6i, lo Zeiss Victory, lo S&B Zenith , dico che il Leica Magnus è due gradini sopra a tutti gli altri cannocchiali, e poco conta se i concorrenti sono i “mostri sacri” delle ottiche da caccia, questo LEICA MAGNUS oggi è il leader indiscusso.

Per contattare l’autore:    alfredo.capozzi@hotmail.it

link utili:

http://www.forestitalia.com

http://it.leica-camera.com/Sport-Optics/Cannocchiali-da-puntamento/Leica-Magnus/Reticoli

http://it.leica-camera.com/Sport-Optics/Cannocchiali-da-puntamento/Leica-Magnus/Gamma

 

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il reticolo 4a del Leica Magnus 1-6.3x24

il reticolo 4a del Leica Magnus 1-6.3×24

 

i reticoli disponibili per il Leica Magnus 1-6.3x24

i reticoli disponibili per il Leica Magnus 1-6.3×24

 

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Cliccate sul link sottostante per leggere l’articolo di Andrea Forti.

Nosler Accubond 250 Cal. 9,3X62

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Premetto che di solito vado a caccia al cinghiale in battuta con una argo in 9,3×62 dotato di un cannocchiale Svarowski Z6i 1–6×24 line dot già da qualche anno. Alcuni amici si sono anch’essi muniti, di recente, di ottiche da battuta. L’uno ha acquistato un Leupold VX III 1.5-5×24, anch’esso recensito in questo blog, l’altro un Bushnell ELITE 4200 1.2-4×24. Pertanto ho avuto modo di confrontare le tre ottiche fin qui menzionate e di soffermare la mia attenzione in quest’ultima che risulta anche essere la più economica. Il test è stato sorprendente!

Mi ha subito incuriosito il trattamento che chiamano “Rainguard HD” e che viene descritto con una animazione in questo sito “http://www.bushnell.com/rainguard/”. Come si può vedere l’ottica viene confrontata in questa situazione estrema con nomi di massimo livello internazionale. Premetto che ho avuto problemi di appannamento con il mio Svarowsky nelle giornate più fredde quando avvicinavo troppo il polso alla lente oculare, riscaldandola, e quindi facendola appannare. Inoltre con la pioggia ho dovuto sempre proteggere le due lenti per evitare la formazione di gocce sul vetro. Qual giorno la temperatura ambiente era di di circa 24 gradi; prendo le due ottiche e le metto dentro al congelatore. Dopo qualche minuto le tiro fuori e, incredibile, mentre la Swarovski era completamente oscurata dalla condensa, la Bushnell, pur avendo un sottile velo che la opacizzava un pochino permetteva comunque una completa visione attraverso di essa; esattamente come rappresentato sul sito. Aspetto ancora finché la condensa non si trasforma in gocce di acqua: nello Swarovsky ci si vede ma deformato, nel Bushnell persiste quel velo di goccioline che, come prima permette una visione corretta. La situazione permane finché ambedue le ottiche non si asciugano. A questo punto cerco di simulare la situazione di pioggia mettendo i due strumenti direttamente sotto il rubinetto dell’acqua. In questa situazione lo Z6 rimane bagnato ma permette comunque u’ottima visione, invece il Bushnell… non si bagna per niente! L’acqua scorre via ed il vetro rimane perfettamente asciutto. Stavo confrontando due oggetti che, ricordo, costano l’uno un terzo dell’altro.

Secondo test: trasmissione di luce. In piena notte, con la luna di circa un quarto, esco in giardino con le due ottiche in mano. Aspetto che gli occhi si adattino alla poca luce e guardo dentro lo Z6: come al solito ci si vede benissimo anche a pochi ingrandimenti si percepiscono gli oggetti che osservo, il reticolo non si vede ma accendendolo in modalità notturna compare il leggerissimo punto arancione. Prendo quindi il Bushnell e… ci si vede benissimo lo stesso. Il mio occhio non è in grado di percepire differenze di trasmissione di luce. Ovviamente il campo visivo risulta più ristretto a parità di ingrandimenti poiché la lente oculare è di diametro inferiore ma dentro non ci manca niente. Il punto luminoso, rosso, che di giorno risulta netto e piccolo, di notte è troppo forte anche al minimo e quindi non utilizzabile, però il reticolo 4a aiuta non poco a mirare una eventuale preda. Sto comunque valutando due ottiche che non sono state pensate per il tiro crepuscolare.

Comunque la nitidezza ed il contrasto del Bushnell sono incredibili per una ottica di quella fascia di prezzo e questo si nota anche di giorno, l’immagine risulta orientata sul viola ed è forse questo il trucco; cioè il produttore ha trattato le lenti in modo che passasse meglio questo colore proprio per ottenere l’effetto che ho osservato. Invece la gradazione dei colori dello Swarovski, che viene definita dagli esperti “pastello”, è più naturale e completa… ovvio!

Giovanni Starnoni.

per contattare l’autore:    giovanni.starnoni@gmail.com

vista con Swavorsky Z6i line dot.

vista con bushnell Elite4200

vista comparativa delle lenti del bushnell elite 4200 e dello Swarovsky z6i

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Ho utilizzato la cartuccia RWS Ks 247  nel calibro 9,3×62 per la prima volta nella stagione venatoria 2005, ma nei primi abbattimenti ebbi modo di rimanere un po’ deluso dal comportamento di questa palla, e lo scrissi senza troppi giri di parole nell’articolo  “9,3×62 Il martello di Thor”  pubblicato sul   n. 37 della rivista La Caccia al Cinghiale. Sintetizzai la Ks con queste parole: “… a volte esplode superficialmente senza garantire una adeguata profondità, maltratta le carni. Certamente non è la migliore scelta possibile per il cinghiale in battuta”.

Parlando però con un amico amante ed innamorato della Ks, mi resi conto che il comprtamento della palla che descriveva lui, era totalmente differente da quello riscontrato da me, ed in breve tempo riuscii anche a darmi una spiegazione. Il mio armiere aveva modificato  un Factory crimp  Lee calibro 30.06 adattandolo al  9,3×62 , ma  il lavoro eseguito faceva si che la palla venisse saldamente bloccata nel bossolo, generando però  un solco profondo ed ampio nella palla, così da modificare il comportamento terminale della stessa.

Scoperto il problema ho deciso di testare a fondo la KS 247 ed i risultati sono stati a dir poco entusiasmanti.

Il test effettuato utilizzando questa palla è stato molto approfondito, e mi trovo a scrivere qui,  potendo contare su una casistica di 27 abbattimenti, conseguti nelle ultime due stagioni venatorie vale a dire 2008 e 2009.

Fermo restando il tipo di palla sono stati adottati  tre diversi caricamenti, il primo con 58 grani di polvere IMR 4895, il secondo con 56 grani di polvere Norma N201, e come terzo il caricamento originale RWS. Come prestazioni velocitarie ci siamo trovati in un range che va dai 740 m/s delle RWS orginali e delle cartuccie con N201, ai 765 del caricamento IMR 4895.

La caratteristica principale della KS è la costanza di affungamento, essa all’impatto con il selvatico dà vita ad una sorta di “deflagrazione”  creando una cavità a forma di ampolla, per poi continuare con il canale permanente e fuoriscire quasi sistematicamente dal selvatico, con un foro molto ampio, a volte simile ad uno squarcio;  rarissimi sono i casi di separazione tra nucleo e mantello.

Sui 27 abbattimenti conseguiti solo in 4 casi la palla è stata trattenuta dal selvatico.

La mole dei cinghiali “intercettati” è stata ampia, si va dai 25 kg del più piccolo, fino ai 180 di un grosso verro.

Su 27 abbattimenti abbiamo riscontrato le seguenti distanze di fuga dopo il colpo:

26 cinghiali si sono fermati entro 5 metri

1  cinghiale si è fermato dopo  20 metri  (preso di striscio frontale sulla spalla, si veda foto a fine articolo).

La casistica riportata sopra rende  chiaro il concetto di “palla che blocca l’animale”.

A completamento riferisco che da un’indagine condotta dal A.N.C.G.G. (associazione cacciatori caccia grossa in Francia), il 95% dei cinghiali colpiti da una RWS KS 247 grs calibro 9,3×62 ha percorso dopo il colpo ricevuto meno di 10 metri.

Veniamo adesso alla nota dolens della Ks, e vale a dire il danneggiamento della spoglia del selvatico. E’ chiaro che due paradisi non si possono godere, e se si ha tra le mani una palla che inchioda l’animale, è pur vero che qualche danno in più al selvatico lo fà, ma mi sento di asserire senza timore di essere sconfessato che i danni ingenti si verificano solo quando la palla si schianta contro un osso di dimensioni importanti, altrimenti ci troveremo di fronte ad una ferita ampia, ma  mai INDECENTE. Personalmente trovo molto più punitive per la spoglia le Silvertip e le Tig da 150 grani sparate dal 30.06.

Volendoci soffermare ancora sul  danno arrecato alla spoglia del cinghiale, posso riferire che sul finire della stagione abbiamo avuto modo di provare l’ultima versione della Ks 247, un po’ diversa dalla versione precedente, leggermente più dura, meno devastante della precedente e che genera un foro di uscita meno ampio. Gli abbattimenti conseguiti sono stati tutti fulminei, e quindi sembra che sia una versione semplicente “improved” vale a dire migliorata, ma potremo riferire meglio il prossimo anno. Di seguito ho inserito due foto per favorire il confronto visivo tra le due differenti KS 247.

In conclusione dico che la RWS KS 247 calibro 9,3×62 è un’ottima scelta per la caccia al cinghiale in battuta, è una munizione sincera e costante, che darà al suo utilizzatore tante gioie e la serena convinzione di avere una palla SUPER-ABBATTENTE.

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Info balistiche riscontrabili in canna da 51 cm ipotizzando l’utilizzo di un’ottica con distanza asse canna/asse ottica di 5 cm

Distanza                       Vo              V50          V100         V150          V200

Velocità m/s               750              706            663           622            582

Energia   (joule)          4500          3987          3517         3095         2710

Traiettoria (cm)             -5               2,0              4,1             0,6           -9,3

Traiettoria (cm)             -5                  0                 0            -5,6         -17,5

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impronta nella gelatina lasciata dalla Rws ks – immagine proveniente dal sito http://www.rws-munition.de/en/projectiles/ks_cone_point_projectile.htm

La freccia gialla evidenzia il tipico foro di uscita della Rws KS 247

la freccia blu indica il foro di entrata della KS 247. Il tiro è stato frontale, quasi di striscio. La palla ha devastato la spalla, ed il cinghiale ha percorso altri 20 metri prima di fermarsi.

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Rws KS 247. Foro di entrata su zampa anteriore sinistra

Rws LS 247. La freccia gialla indica la traiettoria della palla

Rws KS 247. La freccia gialla indica il foro di uscita

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sulla sinistra è la RWS KS 247 versione classica, sulla destra la KS 247 nuova versione. Si può notare nella "nuova versione", maggiore pimbo esposto, ed anello/cervice posto più in alto

tra le due versioni è da notare anche la differenza degli spessori del mantello

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Foro di uscita di una RWS KS 247 2nd generation, nettamente meno devastante della precedente versione, ma l’effetto shock della palla è identico

 

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per contattare l’autore:   alfredo.capozzi@hotmail.it

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per eseguire questo test, abbiamo utilizzato tre armi, tre allestimenti diversi, un solo tiratore, la stessa cartuccia.

FMJ 258 ricaricate con  58 grani di imr4895,  le reazioni allo sparo sono pressochè identiche, non vi è nessuna carabina che surclassa le altre, ne come retrocorsa, né come impennamento.

Ma nel dettaglio analizziamo le tre dirverse armi nei diversi allestimenti.

-Browning bar Light evolve con ottica Zeiss varipoint, e con calciolo Supercell Remington, Peso : 3.977 grammi

– H&K slb 2000 light plus con ottica Optalens 1-4×24 mre con calciolo Supercell Remington Peso 4.195 grammi

– Argo Comfortec con punto rosso aimpoint micro. Peso 3.704 grammi

Tutte e tre armi vengono rapidamente alla spalla, anche se la SLB necessita di un minimo di confidenza in più, forse per colpa dell’ottica, non a livello delle altre due; tutte e tre hanno uno scatto fantastico, perfettamente idoneo al tiro in battuta, ma c’è da dire che quello della Evolve è stato elaborato, poichè quello origanale era a dir poco pessimo.

C”è un insieme di sensazioni avvertite ,  e sono per l’appunto una leggera maggiore stabilità della H&K rispetto alle altre due armi, una minore tendenza dell’ ARGO a impennare rispetto alla Bar, un rinculo più doloroso rispetto alle altre due da parte dell’Argo

Volendo analizzare tutto con serenità e spirito di cronaca, c’è da dire che la maggior stabilità della SLB 2000 dipende oltre che da un buon bilanciamento strutturale, soprattutto, dal maggior peso rispetto alle concorrenti 500 grammi rispetto alla Argo e 200 rispetto alla Bar. inoltre c’è da dire che essa era allestita con un calciolo da after market, il Supercell della Remington. Senza timore di essere smentito, dico che con il calciolo originale, e senza la miracolosa zavorra dell’ottica, la H&K non sarebbe riuscita a manifestare alcuna supremazia.

La tendenza dell’Argo a non impennare è merito oltre che della teconologia Comfortech anche  della canna da 56 cm che aiuta a diminuire l’effetto jet dei gas, mentre la sensazione della botta secca alla spalla credo sia  da  attribuire al peso minimo rispetto alle concorrenti.

Per quel che riguarda la Bar, essa non sfigura sotto alcun aspetto, ma neppure  riesce a prevalere in qualcosa.  E’ stato necessario un gran lavoro da parte del sottoscritto, per rendere questa arma pienamente fruibile, poichè essa veniva (ormai non più in produzione) fornita con il calciolo in plastica, che aiutava moltissimo ad evidenziare rinculo ed impennamento, oltre allo scatto molto pesante. Comunque tanta passione, e ricerca mirata delle migliorìe hanno fatto  sì che la Evolve desse prestazioni il linea con le sue dirette rivali, e seppur non prevalendo, non è neppure la pecora nera. Il calciolo Supercell della Remington è davvero miracoloso, permette all’arma di restare docile, docile.

La qualità delle bruniture è di sicuro migliore nella Argo e nella Bar, un po’ meno preziosa è quella della SLB, come finitura di carcassa, abbiamo l’ Argo nettamente vincitore, con la SLB che offre una finitura senza infamia e senza lode, una nota in particolare va alla finiture della carcassa della Bar evolve; dopo una stagione di caccia si è cominciata a spellecchiare, e dopo tre  stagioni è stato necessario inviarla in fabbrica per un nuovo trattamento della carcassa, naturalmente non in garanzia.

In conclusione  non voglio proclamare nessun vincitore e nessun vinto, perchè il test non aveva questo obiettivo, voleva solo essere motivo di incontro tra tre amici, tutti e tre  amanti del 9,3×62, e muniti ognuno di arma diversa, ed approfittando delle tante foto scattate, mi è sembrato interessante scrivere due righe a riguardo.

Due righe le spendo molto volentieri per il campo di tiro di BUSSO, provincia di Campobasso. Grazie alla disponibilità del gestore abbiamo potuto torturare le tre armi, in tutta tranquilità, e lontano da occhi indiscreti. Presso tale campo, Vi sono tre linee fisse a 50 metri, un cinghialino mobile a 45 metri, una linea fissa a 100 metri. Ma sopratutto c’è la gentilezza, e l’elasticità dei gestori.

Alfredo - Michele - Bruno

Alfredo Capozzi – Michele Di Iorio – Bruno Palma

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Parlare della Merkel sr1 è un vero piacere, perchè è un’arma moderna, con una linea molto particolare, davvero bella ed elegante. Come ergonomia è imbattibile, calza a pennello a tutti, la pistola del calcio è ben dimensionata, tramette sicurezza, ed aiuta ad avere la giusta trazione sul grilletto, l’astina è rotondeggiante, dalle dimensioni iideali per essere stretta da qualsiasi mano. Il brandeggio è rapidissimo, seguire il bersaglio in movimento è molto piacevole, in dotazione all’arma  vi è un’ampio assortimento di piastrine per permettere una regolazione del calcio sia in piega che in deriva.

Lo scatto è preceduto da una leggera precorsa, ma è davvero fantastico, anche provando a strappare sul grilletto, non si avrà mai “il colpo di dito”.

La qualità dei trattamenti superficiali di carcassa e legni  nella versione Standard non entusiasmano,  mentre nella versione Premium sono  francamente di qualità superiore e la venatura dei legni è molto bella e marcata.

L’otturatore scatta in maniera decisa, sotto il controllo di un pulsante di generose dimensione posto sul lato sx della carcassa. Lo sgancio del caricatore è comandato da una leva ambidestra che si “fonde” con il ponticello del grilletto, soluzione pratica e gradevole esteticamente. Gli organi di mira metallici sono di buona fattura, buone dimensione, ed ottima fruibilità, anche se il top come velocità di mira lo si raggiunge con un dispositivo ottico.

Una grande pecca di quest’arma sta nel calciolo, esso è in gomma di generose dimensioni, ma è troppo duro, sembra quasi di plastica. Il rinculo è ampiamente avvertito, ma comunque sempre dominabile. Sostituendo il calciolo originale con un Limbasaver ho ottenuti livell di confort di tiro davvero notevoli, ma credo che con qualsiasi altro calciolo tipo Kick eez, o Cervellati Microcell il rinculo e l’impennamento saranno dominati facilmente, e permetteranno al felice possessore della Merkel SR1, di avere la migliore semiautomatica del momento.

Il peso dell’arma con caricatore vuoto e magliette portacinghia è 3.300 grammi.

L’arma viene fornita di serie con un caricatore da 2 colpi, e come optional è disponibile un caricatore da 5 colpi. La nota positiva del caricatore da 5 colpi, è che se seppur garantisce un adeguato volume di fuoco, è poco sporgente, garantendo così nel contempo funzionalità ed estetica.

Lo smontaggio dell’arma è veloce e TOTALE, l’astina si smonta premendo un solo bottone, e poi agendo su un unico spinotto, sdoppieremo il gruppo canna/carcassa superiore, dal gruppo calcio/scatto/carcassa inferiore. A questo punto le operazioni di pulizia, saranno facili ed accurate.

Conclusioni.

La Merkel Sr1   è   un’arma meravigliosa, chiunque la comprerà,  avrà tra le mani la migliore carabina  per la caccia in battuta del momento. Senza nulla togliere a Benelli, Browning, ed H&K, questa SR1 nel suo complesso bastona tutti gli altri.

per contattare l’autore:      alfredo.capozzi@hotmail.it

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Per tanti anni e su tante riviste si è scritto sui punti vitali del cinghiale, facendo un elenco di organi vitali e uno di organi meno vitali, indicando, nel caso venissero attinti i primi un crollo istantaneo del cinghiale, e nel secondo una fuga più o meno breve, ma quasi mai si parla delle grandi ossa, colpendo le quali si favorisce sempre il crollo dell’animali dovuto alla rottura della struttura portante. Se colpito al cuore o al polmone, il cinghiale potrà percorrere anche molta strada, ma con le due scapole frantumate, oppure i due femori anteriori o posteriori  rotti, non  potrà fare neppure un metro. Non sempre si presta attenzione al fatto che a noi sta a cuore bloccare il cinghiale sul posto, non necessariamente ucciderlo sul posto. Mi è capitato di leggere qualche scritto di PH africani che avevano l’abitudine di tirare ai bufali, mirando a rompere le due scapole, e se lo fanno loro c’è da crederci che sia questa la vera via maestra.

Di seguito riporto diverse sagome di cinghiale con differenti prospettive. Ho indicato con il rosso la parte dell’animale che, se attinta,  genera sempre e comunque lo stop istantaneo del cinghiale, mentre con il verde il punto dove tirerei se avessi l’occasione di un tiro  mirato e non bruciante. Teniamo presente che utilizzando palle e calibri non adeguati la “zona rossa” andrà via via riducendosi, poiché ben difficilmente riusciremo a rompere le ossa grosse e dure, o riusciremo a raggiungere gli organi in profondità. In buona sostanza ricordate che le dimensioni delle aree vitali, variano di molto in rapporto ai calibri utilizzati.

Nella caccia in  battuta palle tipo Rws TIG, Hornady SST, Nosler Ballistic Tip, sono il male assoluto, poiché troppo spesso esse generano ferite vaste e superficiali, ma poco invalidanti.

Questo mio scritto vuole, oltre a togliere un po’ di confusione al neofita, essere un invito per tutti ad utilizzare palle dalla struttura robusta e dal peso sostenuto, poiché soltanto esse potranno attraversare l’animale in tutta la lunghezza e rompere le ossa piccole o grosse che incontreranno, bloccando sul posto il selvatico ed evitando brucianti  delusioni al  tiratore.

per contattare l’autore  alfredo.capozzi@hotmail.it

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