Dopo anni di oblìo il 9,3×62 sta tornando alla ribalta, “motorizzando” un numero via via crescente di cinghialai italiani. La domanda sorge spontanea, è una moda o è altro? Credo che non sia un moda, ma una scelta saggia e ponderata, a cui il cinghialaio arriva dopo accurate riflessioni.
Fino a qualche anno fa leggendo di calibri da cinghiali, la zuppa era sempre la stessa: il 308 è ottimo, il 30,06 è superversatile, il 300 wm è esasperato. E tutti correvamo ad acquistare la classica Browning Bar in .30-06. Purtroppo di armi rigate in giro non ce ne stavano tante, e si finiva con l’acquistare le carabine semiautomatiche leggendo qualche sterile articolo, scritto da ancor più sterili giornalisti.
Oggi di carabine in giro ce ne sono tante, ed il cinghialaio comincia a “capire” a vederci dentro. Quindi comincia a toccare con mano la poca sostanza del 308, la poca versatilità del 30,06, l’eccessiva potenza del 300 wm. C’è ancora qualche penna venatoria, il termine gironalista è per ben altre persone, che dice che con un 308 è possibile spacciare pulitamente anche un verro carpatico, ma sono pure follìe, convincimenti di un singolo che vengono puntualmente smontati dal campo di caccia.
Di cinghiali ne ho sparati molti, ed i ferimenti più amari li ho avuti con le TIG 150 grani sparati da una Bar ,30-06.
Il cinghialaio oggi cerca un calibro potente, capace di bloccare la preda anche se attinta in punti non vitali. Un cinghiale ferito è un male per tutti, è un male per i nostri cari segugi, ed è un male per la nostra coscienza di noi cacciatori.
In questo campo, e con queste esigenze il 9,3×62 è il padrone assoluto. Anche i possessori del .30-06 e del 300 wm sanno ed ammettono che il 9,3×62 “e’ un’altra cosa”, e lo affermano dopo averlo visto all’opera, dopo averlo sentito tuonare nei boschi, dopo aver constatato la statistica dei ferimenti prossimi allo zero.
Di contro molti mettono il rinculo troppo vigoroso, che penalizza chi deve doppiare il colpo, ma il cacciatore che si avvicina al 9,3×62 non è quello che ama il caricatore da 10 colpi, ma quello che vuole uccidere il cinghiale nella maniera più veloce possibile. Tornando al rinculo, dico che è un problema per certi aspetti solo teorico, e comunque non legato a tutte le armi. Se prendete una Heckler&Kock SLB 2000 Light, una Argo confortec, vedrete che il rinculo è più che gestibile, qualche problema lo danno le Bar che effettivamente saltano troppo, ma con un buon calciolo (io uso un Remington Supercell), anche le Bar diventano mansuete.
Dopo questa disquisizione sul piano generale e volta al confronto con altri calibri ed altre idee, parliamo adesso solo del 9,3×62 , delle palle da preferire e del suo comportamento sul selvatico, dei suoi segreti.
Il grande vantaggio di questo calibro è che non si deve scegliere tra leggero e veloce o lento e pensante, poiché ha la sostanza di essere pesante e veloce contemporanemante. Si è proprio così. Una 225 grani esce dalla corta canna di una semiautomatica a 800 m/s mentre una 180 grani di una 30,06 uscirà a 780 m/s. Passando a palle più pesanti tipo la 250 grani, il decremento velcoitario sarà minimo ed avremo Vo di 770 metri al secondo.
L’impatto di una palla 9,3 sul selvatico è sempre traumatico, e l’animale accuserà sempre visibilmente il colpo, è praticamente impossibile che la ferita di una 9,3×62 sia superficiale, avremo sempre ferite molto profonde ed invalidanti, con fori di uscita ampi ed accompagnati da copiose fuoriscite di sangue.
Volendo indicare e/o consigliare qualche palla:
la RWS DK 225 , ottima per chi soffre il rinculo, poiché è davvero mansueta alla spalla, ed efficace con qualsiasi angolo di tiro grazie alla struttura a doppio nucleo, si troverà al limite solo su animali oversize diciamo nell’ordine di una quintalata, poiché negli impatti troppo ravvicinati tendono a sfaldarsi.
La RWS KS 247 , ottima punto e basta. E’ la sposa ideale di questo calibro, un abbinamento capace di tirare giù qualsiasi cinghiale, fantastica nei tiri a breve come in quelli lunghi, con animali leggeri così come quelli pesanti. IMBATTIBILE.
La H-Mantel 258 , altra grande palla. Leggermente duretta per porcastri di 30/40 kg se attinti in zona addome, in tutti gli altri casi una garanzia di successo, con animale fermati sempre sul posto.
Come vedete tutto made in RWS, ma c’è da fidarsi, con queste tre palle si copre qualsiasi esigenza, compresa quella dei cinghiali carpatici cacciati in battuta. Può sorgere il problema “devastazione della preda” “overkill”, ma vi rassicuro che le ferite non sono nulla di spaventoso, e i danni saranno in molti casi meno evidenti di quelli delle 150 grani e 180 grani delle 30.06.
Dopo anni di caccia mi sento di dire che se si vuole un calibro che STOPPA il cinghiale, si deve prendere il 9,3×62 . Non vi sono controindicazioni, saremo tutti più felici, lo saranno i cani ed i canai poiché non avremo cinghiali feriti, lo saremo noi perchè ci sentiremo veri predatori, ed a dirla tutta lo saranno anche i cinghiali, poiché a nessuno piacerebbe morire con lunghe agonìe.
Vi saluto
Per contattare l’autore: alfredo.capozzi@hotmail.it
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