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Posts Tagged ‘ottica caccia cinghiale’

Il cannocchiale da battuta Vector Continental 1-6×24 è un’ottica che manda in pensione la famosa frase che diceva “più spendi e più hai”, frase che nel mondo delle ottiche ha sempre rappresentato un punto fermo di ogni acquisto. Oggi questa convinzione va rimossa, non vale più, il Vector Continental 1-6×24 è un’ottica che dà quanto le marche blasonate e costose, ma a prezzi estremamente popolari e accessibili. La qualità delle lenti, il campo visivo, la pulizia del reticolo, la precisione dei click, la resistenza al rinculo sono al pari delle ottiche di fascia altissima, e surclassano nettamente tutto ciò che si posiziona nella fascia medio alta. L’unico neo è il limitato range di illuminazione del reticolo e la durata della batteria, ma nessuno dei due può essere considerato un difetto, sono semplicemente dei nei.

A cura di Alfredo Capozzi

https://www.vectoroptics.com/

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Quella tra Red Dot e ottica da battuta è una scelta difficile che accompagna da “sempre” i cinghialai. Dopo 20 anni di utilizzo pratico e tanti articoli e recensioni posso dire che nel range dei 20 metri il Red Dot come qualità di mira è al pari di un’ottica, ma con l’indubbio vantaggio di una leggerezza che l’ottica non può avere, ma quando i metri che ci separano dal cinghiale aumentano, 30, 40, 50 e via a salire non c’è confronto che regga, l’ottica da battuta con l’effetto zoom ha la capacità di ridurre gli spazi, facendoci vedere il cinghiale sempre a portata di dito. Per molti anni da postaiolo ho usato l’ottica, poi passando a fare il bracchiere, ho cominciato ad avvertire la necessità di un’arma più leggera, che mi desse meno intralcio nelle frasche, e considerando che la mia distanza di tiro medio è sempre intorno ai dieci metri, ho deciso di utilizzare il red dot. Risultato ottenuto, arma di 600 grammi più leggera, possibilità di impugnare la carabina con una sola mano durante il cammino, ed assoluto feeling con il “puntino rosso” che mi guida la mira. Veloce, sicuro, efficace, non potrei chiedere di più. Ma nei tiri “lunghi” che mi capitano di rado, e stiamo parlando di 50 metri, ho rimpianto la mia vecchia ottica da battuta. Fermo restando che le mie sono esperienze ed opinioni personali, consiglio a tutti di guardarci dentro alle ottiche ed ai red dot, ed evitare come la peste i tuttologi e le loro conseguenti esperienze, per il semplice fatto che ognuno di noi ha esigenze, abitudini ed aspettative diverse. Siate sempre padroni indipendenti delle vostre scelte. Dalla foto comparativa, sarà indubbio e palese che a 30 metri non c’è confronto, ed il vantaggio assoluto è dell’ottica da battuta. I due dispositivi di mira oggetto del confronto sono entrambi della Leica ed ognuno nel proprio segmento rappresenta ad oggi il top di gamma.

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La LEICA  irrompe sul mercato dei cannocchiali da puntamento e lo fa nel migliore modo possibile, vale a dire proponendo un prodotto che diventa il punto di riferimento per tutti gli altri costruttori.
Il Leica Magnus 1-6,3×24 è l’ottica da battuta con il maggiore campo visivo (43,2 metri), e con il maggiore range di ingrandimenti (6,3), il tutto abbinato ad un peso (570 grammi) ed un ingombro in linea con tutti gli altri cannocchiali di fascia elevata .
Dando uno sguardo al sito Esperienze Dirette di Caccia al Cinghiale potrete facilmente notare che le ottiche TOP sono state tutte testate e recensite da me, e non ho problemi, o timori di smentita ad affermare che ad oggi il Leica Magnus 1-6,3×24 è il MIGLIORE cannocchiale per la caccia in battuta al cinghiale.
La scelta dei reticoli è ampia, e per completezza inserisco il link ufficiale della Leica, personalmente ho trovato fantastico il 4A, a differenza di molti altri costruttori, la Leica propone un reticolo 4A con le linee molto sottili, ottendo un mix molto valido sia in termini di velocità di acquisione, sia di un reticolo poco coprente per i tiri più meditati.

Il sistema di illuminazione è a dir poco eccellente. Una nota di merito va data alla Leica per la scelta di posizionare la terza torretta sull’oculare e non in corrispondenza delle torrette per la regolazione di alzo e deriva,   questo permetterà una più ampia scelta del tipo di attacco,  perchè con diversi tipi di attacco monopezzo, spesso l’azione di una delle due levette di sgancio viene resa difficoltosa se non impossibile dalla vicinanza della torretta di illuminazione.
L’interruttore girevole va a gestire tre diverse modalità operative, vale a dire OFF, funzionamento diurno e funzionamento notturno, in entrambi i funzionamenti è possibile selezionare 30 diversi livelli di intensità. Basterà premere sul lato sinistro dell’intettuttore per diminuire l’intensità o sul destro per aumentarla, con una semplice pressione si modifica di un livello, mantenendo premuto la modifica sarà continua. Il reticolo ha un sistema di spegnimento automatico, che entra in azione quando l’ottica è inclinata di oltre 80° verso l’alto, oppure 65° verso il basso, quando l’ottica resta ferma per più di tre minuti, e quando viene ruotata su un lato di oltre 45°
L’impiego a caccia è favoloso, la presa di mira è veloce, mirare con questo cannocchiale è davvero facile e piacevole, e l’ampiezza del fattore zoom (6,3) permette di sfruttare l’ottica in ogni circostanza della nostra cacciata. Chi oltre ad insidiare i nostri cinghiali, fa qualche capatina all’estero, con questo Leica Magnus avrà un eccellente compagno di caccia che potrà essere utilizzato con massima soddisfazione anche nella caccia all’aspetto, ed eventualmente notturna.
In conclusione dopo aver provato già lo Swarovsky Z6i, lo Zeiss Victory, lo S&B Zenith , dico che il Leica Magnus è due gradini sopra a tutti gli altri cannocchiali, e poco conta se i concorrenti sono i “mostri sacri” delle ottiche da caccia, questo LEICA MAGNUS oggi è il leader indiscusso.

Per contattare l’autore:    alfredo.capozzi@hotmail.it

link utili:

http://www.forestitalia.com

http://it.leica-camera.com/Sport-Optics/Cannocchiali-da-puntamento/Leica-Magnus/Reticoli

http://it.leica-camera.com/Sport-Optics/Cannocchiali-da-puntamento/Leica-Magnus/Gamma

 

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il reticolo 4a del Leica Magnus 1-6.3x24

il reticolo 4a del Leica Magnus 1-6.3×24

 

i reticoli disponibili per il Leica Magnus 1-6.3x24

i reticoli disponibili per il Leica Magnus 1-6.3×24

 

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Premetto che di solito vado a caccia al cinghiale in battuta con una argo in 9,3×62 dotato di un cannocchiale Svarowski Z6i 1–6×24 line dot già da qualche anno. Alcuni amici si sono anch’essi muniti, di recente, di ottiche da battuta. L’uno ha acquistato un Leupold VX III 1.5-5×24, anch’esso recensito in questo blog, l’altro un Bushnell ELITE 4200 1.2-4×24. Pertanto ho avuto modo di confrontare le tre ottiche fin qui menzionate e di soffermare la mia attenzione in quest’ultima che risulta anche essere la più economica. Il test è stato sorprendente!

Mi ha subito incuriosito il trattamento che chiamano “Rainguard HD” e che viene descritto con una animazione in questo sito “http://www.bushnell.com/rainguard/”. Come si può vedere l’ottica viene confrontata in questa situazione estrema con nomi di massimo livello internazionale. Premetto che ho avuto problemi di appannamento con il mio Svarowsky nelle giornate più fredde quando avvicinavo troppo il polso alla lente oculare, riscaldandola, e quindi facendola appannare. Inoltre con la pioggia ho dovuto sempre proteggere le due lenti per evitare la formazione di gocce sul vetro. Qual giorno la temperatura ambiente era di di circa 24 gradi; prendo le due ottiche e le metto dentro al congelatore. Dopo qualche minuto le tiro fuori e, incredibile, mentre la Swarovski era completamente oscurata dalla condensa, la Bushnell, pur avendo un sottile velo che la opacizzava un pochino permetteva comunque una completa visione attraverso di essa; esattamente come rappresentato sul sito. Aspetto ancora finché la condensa non si trasforma in gocce di acqua: nello Swarovsky ci si vede ma deformato, nel Bushnell persiste quel velo di goccioline che, come prima permette una visione corretta. La situazione permane finché ambedue le ottiche non si asciugano. A questo punto cerco di simulare la situazione di pioggia mettendo i due strumenti direttamente sotto il rubinetto dell’acqua. In questa situazione lo Z6 rimane bagnato ma permette comunque u’ottima visione, invece il Bushnell… non si bagna per niente! L’acqua scorre via ed il vetro rimane perfettamente asciutto. Stavo confrontando due oggetti che, ricordo, costano l’uno un terzo dell’altro.

Secondo test: trasmissione di luce. In piena notte, con la luna di circa un quarto, esco in giardino con le due ottiche in mano. Aspetto che gli occhi si adattino alla poca luce e guardo dentro lo Z6: come al solito ci si vede benissimo anche a pochi ingrandimenti si percepiscono gli oggetti che osservo, il reticolo non si vede ma accendendolo in modalità notturna compare il leggerissimo punto arancione. Prendo quindi il Bushnell e… ci si vede benissimo lo stesso. Il mio occhio non è in grado di percepire differenze di trasmissione di luce. Ovviamente il campo visivo risulta più ristretto a parità di ingrandimenti poiché la lente oculare è di diametro inferiore ma dentro non ci manca niente. Il punto luminoso, rosso, che di giorno risulta netto e piccolo, di notte è troppo forte anche al minimo e quindi non utilizzabile, però il reticolo 4a aiuta non poco a mirare una eventuale preda. Sto comunque valutando due ottiche che non sono state pensate per il tiro crepuscolare.

Comunque la nitidezza ed il contrasto del Bushnell sono incredibili per una ottica di quella fascia di prezzo e questo si nota anche di giorno, l’immagine risulta orientata sul viola ed è forse questo il trucco; cioè il produttore ha trattato le lenti in modo che passasse meglio questo colore proprio per ottenere l’effetto che ho osservato. Invece la gradazione dei colori dello Swarovski, che viene definita dagli esperti “pastello”, è più naturale e completa… ovvio!

Giovanni Starnoni.

per contattare l’autore:    giovanni.starnoni@gmail.com

vista con Swavorsky Z6i line dot.

vista con bushnell Elite4200

vista comparativa delle lenti del bushnell elite 4200 e dello Swarovsky z6i

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Questa ottica rappresenta nel catalogo Leupold il must per la caccia in battuta, e nella versione VX- III troviamo estreme migliorìe rispetto alla linea VX- II ed European 30.

La VXIII 1,5-5×20 illuminated è un’ottica di valore assoluto, nella versione illuminata ha il tubo da 30 mm a differenza dei 24,5 della versione non illuminata (che sconsiglio vivamente). La qualità delle lenti è davvero elevata, però non è ipotizzabile un utilizzo crepuscolare poiché essendo specifica per la battuta tale ottica è priva della campana. Il reticolo utilizzato è il german 4 illuminato con dot centrale. Le dimensioni di tale reticolo sono estremamente indovinate, il dot a 100 metri copre solo 16,5 cm ad 1,5 ingrandimenti e 5,5 cm a 5 ingrandimenti. Nella parte centrale del reticolo vi è una interruzione della linea sottile, permettendo di coprire una minore porzione di bersaglio, e di concentrarsi istintivamente sul dot.

L’accensione del reticolo avviene ruotando la terza torretta posta sopra l’oculare, e vi sono 11 diversi livelli di illuminazione regolabili attraverso un semplice click della ghiera posta sulla torretta.

Per quanto riguarda il reticolo questo  modello è fornibile anche con il circle dot, ma pur non avendo

provato quest’ultima versione, vi assicuro che il German 4 illuminato di questo Leupold, non è lo stesso che troviamo su uno Swarovski da battuta o sugli Optalens, tanto per fare qualche nome, ma è davvero un reticolo validissimo per la caccia in battuta, davvero da provare.

A vederlo tra le mani questo Leupold trasmette davvero tanta sicurezza, sembra di granito, e l’uso sul campo ha confermato le sensazioni, in pratica è un’ottica che non tradisce mai.

Da un punto di vista della trasparenza delle lenti e della qualità dei trattamenti antiriflesso, pensando al solo utilizzo in battuta, questo Leupold potrebbe giocare alla pari anche con Zeiss e Swarovski, ma rispetto a questi due mostri sacri, dei quali avrete già letto le mie opinioni, il Vx-III 1,5-5×20 soccombe per via di una distanza di accomodamento dell’occhio molto più limitata, in pratica o si è ad una precisa distanza dall’ottica o la visione non è ottimale, , mentre Zeiss e Swarovsky sono molto più “permissive” sotto questo aspetto, altro motivo di soccombenza è campo visivo ristretto 21,9 metri ad 1,5 di ingrandimento è davvero poco se raffrontato con le altre e più prestigiose ottiche.

In sostanza questa VX III 1,5-5×20 è un’ottica molto affidabile, che saprà dare tante soddisfazioni, ma NON E’ al pari di un’ottica europea ed in questo caso non mi riferisco solo a Zeiss e Swarovky, e considerando i prezzi a cui viene offerta in Italia, c’è da dire che costa un po’ troppo, discorso differente è se si voglia provvedere ad un acquisto direttamente dagli Usa.

 

Avendo avuto modo di utilizzare anche la versione VX III 1,5-5×20 non illuminata con reticolo German 4, mi sento di essere molto negativo su questa versione. Le dimensioni del reticolo sono troppo marcate, in perfetto stile Usa, ed il tubo da 25,4 aiuta ben poco nelle condizioni di poca luce tipiche del sottobosco, e l’accomodamento dell’occhio è davvero limitato, inoltre in Italia viene inoltre proposta ad un prezzo estremamente sostenuto.

 

 

 

 

 

il reticolo German 4 illuminato.

il reticolo German 4 illuminato.

 

 

 

per contattare l’autore: alfredo.capozzi@hotmail.it

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